

Blue Moon
Blue Moon
2025
Arianna Lion
27 cm x 27 cm x H 22 cm
Bronzo patinato
La scultura “Blue Moon”, rappresentante una bambina con un corpo di zucca blu-grigia, fonde in maniera poetica elementi di natura, musica e scienza, per raccontare la profonda connessione tra l’essere umano e il mondo vegetale. L’opera dialoga con più livelli simbolici, richiamando tanto la ricerca scientifica sull’intelligenza delle piante quanto la delicata malinconia della celebre canzone “Blue Moon”. L’intelligenza delle piante e l’opera Stefano Mancuso, neuroscienziato di fama mondiale, ha rivelato come le piante siano dotate di una forma di intelligenza collettiva, capace di percepire, risolvere problemi e comunicare con l’ambiente circostante. La bambina con il corpo di zucca, nella sua natura ibrida, diventa un simbolo di questa interconnessione profonda e inscindibile tra l’essere umano e il regno vegetale. La scelta della zucca Blue Moon, con il suo aspetto unico e la sua dolcezza, richiama la delicatezza e il valore delle piante nella nostra esistenza: non semplici esseri passivi, ma partner vitali con cui condividiamo il mondo. La scultura sembra voler comunicare una verità fondamentale: l’umanità e la natura sono parte di un unico organismo vivente, un sistema interconnesso in cui la separazione è solo un’illusione. Così come le piante ci nutrono e ci sostengono, l’opera invita a riconoscere quanto profondamente siamo intrecciati a esse, non solo biologicamente, ma anche emotivamente e spiritualmente. Il simbolismo della Luna Blu La scelta del nome “Blue Moon” aggiunge un altro livello di significato. Nel linguaggio popolare, la luna blu rappresenta un evento raro e prezioso, qualcosa che rompe la monotonia della quotidianità per introdurre un tocco di magia. La bambina-zucca, con il suo corpo unico, è essa stessa una rarità, una creatura immaginifica che richiama ciò che è speciale e straordinario nella natura e nella nostra capacità di riconoscerla. Questa simbologia si lega anche al testo della celebre canzone di Rodgers e Hart: come nella ballata, dove la Luna Blu diventa testimone di una trasformazione, anche la scultura racconta una metamorfosi. La bambina non è solo umana, né solo vegetale: rappresenta l’incontro tra due mondi, un simbolo di speranza e di unione, un invito a vedere il nostro legame con la natura come qualcosa di unico e trasformativo. Il corpo di zucca: simbolo di vita e nutrimento La zucca Blue Moon, con la sua tonalità grigio-azzurra, ricorda il pallore lunare, evocando un senso di quiete e ciclicità, ma anche di resilienza. La zucca, tradizionalmente associata al raccolto e alla prosperità, diventa qui un simbolo di nutrimento fisico ed emotivo: è la connessione concreta tra il corpo e la terra. Come spiega Mancuso nella sua ricerca, le piante sono molto più che semplici risorse: sono alleate indispensabili nella nostra esistenza, e la scultura sembra celebrare questa verità.
Un messaggio universale Infine, l’opera “Blue Moon” non è solo un tributo alla natura e alle piante, ma anche un invito a ritrovare un senso di meraviglia. Come la canzone “Blue Moon” parla di miracoli inaspettati che cambiano la vita, così l’opera sembra suggerire che il nostro rapporto con la natura può essere trasformato, riscoprendo la magia e il mistero che ci uniscono a essa. L’unione tra la bambina e la zucca non è solo una fusione di forme, ma un manifesto: l’umanità e il mondo vegetale non sono separati, ma due facce della stessa luna, due parti di una danza cosmica che celebra la vita in tutte le sue forme.
Stefano Mancuso (Catanzaro, 9 maggio 1965) è un neurobiologo vegetale, professore all’Università di Firenze e uno dei massimi esperti mondiali nello studio dell’intelligenza delle piante. Le sue ricerche dimostrano come le piante siano esseri sensibili, capaci di apprendere, comunicare e adattarsi all’ambiente in modi sorprendenti.
È autore di numerosi libri divulgativi, come Verde Brillante e L’incredibile viaggio delle piante, in cui racconta le straordinarie capacità del mondo vegetale. Inoltre, dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV) e promuove un approccio innovativo alla botanica, che considera le piante come modelli di sostenibilità e innovazione.

